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Agosto, mese del Perdono

22 agosto 2024
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Legami e misericordia

Quelli che stiamo vivendo, sono anni di anniversari francescani. C’è però una festa legata al Poverello di Assisi, che segna il calendario da sempre ed è il 2 agosto. È questo il giorno in cui ogni anno si ricorda il Perdono festeggiato in un luogo speciale, la Porziuncola, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

Qui san Francesco ottenne il dono e il privilegio dell’indulgenza plenaria, uno dei tanti motivi di natura spirituale che richiama numerosissimi pellegrini da ogni luogo e in ogni tempo. Un fiume di gente assetata dell’amore e della misericordia di Dio. La festa del Perdono inizia la mattina del primo agosto e si conclude alla sera del due agosto, ma l’indulgenza qui è concessa tutti i giorni dell’anno. In occasione della festa si estende, però, anche alle chiese parrocchiali e francescane di tutto il mondo.
Al di là dell’importante riflessione spirituale su conversione e fede, questa festa è anche un’occasione per riflettere su come viviamo i nostri legami. Il cristianesimo alla relazione con il Padre coniuga necessariamente quella con i fratelli e le sorelle. Questa festa ci invita, dunque, a interrogarci su come il perdono sia un dono da ridonare. Soprattutto in famiglia. I legami intrisi di naturale e umana fragilità si riannodano solo nella capacità, mai semplice, di chiedere e dare perdono. Quest’ultimo si nutre di gesti e parole che poco hanno a che fare con il senso di colpa che spesso, invece, ci divora dentro senza aprirci nuovamente all’altro. Il perdono nasce dalla consapevolezza di un Amore che ci ama nonostante tutto e che ci invita a fare altrettanto.
In famiglia, dunque, c’è un tempo in cui le relazioni hanno bisogno di parole che leniscano ferite, che sappiano ammettere gli errori e che, al tempo stesso, aprano alla speranza di un nuovo, rinnovato dialogo. Il perdono è ciò che rimette in moto, non è mai statico, ma offre nuova energia per riprendere il cammino. Tutti lo abbiamo sperimentato almeno una volta in famiglia e sappiamo bene come il cuore perdonato o che ha perdonato, si apra e sia capace di sognare e adoperarsi per il bene al modo sognato da Dio. Perdonare non significa rimuovere ciò che non va con un colpo di spugna, ma fare in modo che la consapevolezza della fragilità, una volta perdonata, promuova azioni per evitare altri errori. Il perdono, dunque, ha bisogno di parole di scusa e di comprensione, ma necessita anche di gesti che incoraggino.
Il tempo del perdono è il tempo di una tenerezza che ancora una volta trova forza in Colui che è Infinita Tenerezza. È difficile, infatti, mettere in moto quest’esperienza virtuosa d’amore se non ci si riappropria del sentirsi guardati con misericordia da Dio. L’augurio è, dunque, che questo mese di piena estate porti il profumo di pace e concordia in tutte le nostre famiglie.

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