La posta dell’anima

Quelli che sono gli ultimi saranno i primi

Fra Carmine Ranieri
Cosa ci vuole dire Gesù quando afferma che "gli ultimi saranno primi e i primi saranno ultimi"?

Fr. Carmine carissimo,

probabilmente è una banalità, ma io sento la necessità di capire meglio. Lo chiedo a lei che è francescano. Come dobbiamo interpretare la frase di Gesù: “Quelli che sono gli ultimi saranno i primi, e quelli che sono i primi saranno gli ultimi”? Le chiedo una spiegazione il più possibile chiara ed elementare.

Grazie col cuore.

La richiesta di comprensione espressa dal nostro lettore esige, ovviamente, che attingiamo alla fonte stessa del Vangelo per contestualizzare questa massima di Gesù. È chiaro che siamo di fronte ad un criterio di ribaltamento di posizioni che si giustifica in ordine ai paradigmi di valore che ci propone la logica evangelica.

Consideriamo Matteo: al capitolo venti del suo Vangelo egli presenta la parabola dei lavoratori a giornata, racchiudendola tra due versetti che riportano proprio la massima di cui ci stiamo interessando (gli studiosi chiamano questa tecnica “inclusione”). Così, in apertura leggiamo: «Molti che sono primi saranno ultimi e gli ultimi​​​​​​​ primi» (Mt 19,30); e in chiusura troviamo, in forma rovesciata: «Molti che sono ultimi saranno primi e i primi ultimi» (Mt 20,16). La parabola può essere interpretata a vari livelli: ad esempio, può essere intesa come un modo per dire che la logica del Regno di Dio è paradossale; o che la misericordia di Dio è davvero imperscrutabile; oppure che il metodo della retribuzione di Dio segue un criterio del tutto diverso dalla logica umana.

Tuttavia, a me questa espressione rimanda ad una esperienza concreta, quando cioè per la prima volta varcai la soglia del santuario di Lourdes e un confratello me ne aveva parlato come luogo dove le cose funzionano al rovescio rispetto al criterio di questo mondo. Mi spiego meglio: in quel luogo tutto è in funzione delle persone​​​​​​​ più svantaggiate, in quanto l’accesso alla grotta è riservato anzitutto ai malati in carrozzella con assoluta precedenza sugli altri pellegrini, il bagno alle vasche riserva ugualmente la precedenza ad essi, le strutture architettoniche sono pensate anzitutto per facilitare l’accesso ai malati… insomma, quelli che normalmente nella situazione comune di tutti i giorni faticano a vivere perché considerati ultimi rispetto agli altri, lì sono considerati primi secondo la logica del Regno, per cui gli ultimi saranno primi e i primi gli ultimi! Infine, mi piace porre una piccola chiosa a questo racconto, anch’essa sulla base di un’osservazione del mio confratello: gli accompagnatori dei malati in carrozzella godono gli stessi “privilegi” dei malati… per dire che chi si fa prossimo del fratello in difficoltà e svantaggiato riceve lo stesso trattamento!