Siamo ormai abituati a vedere, in occasione delle festività natalizie, Piazza San Pietro decorata con un grande albero di Natale e un presepe. Ma non è sempre stato così. La tradizione dell’allestimento natalizio in Piazza San Pietro, infatti, è piuttosto recente, e risale al 1982, quando Giovanni Paolo II volle la presenza dell’albero e del presepe di fronte all’Obelisco in Piazza San Pietro. Per diversi anni, il presepe è stato sempre composto con 9 personaggi provenienti dal Presepio allestito nel 1842 da san Vincenzo Pallotti nella Chiesa di Sant’Andrea della Valle, e altri otto personaggi aggiunti via via. Con Benedetto XVI, l’allestimento dei presepi ha cominciato a variare.
Quest’anno, è stato allestito dalla città di Grado, in provincia di Gorizia. Nel corso del tempo si sono alternati anche presepi originali, come quello di sabbia (2018) o quello monumentale in ceramica prodotto dalla provincia di Teramo (2020). L’albero di Natale di quest’anno è un abete rosso proveniente dal Trentino-Alto Adige, alto 29 metri. C’è chi pensa che questo albero sia un retaggio pagano, ma è un errore. L’abete natalizio rimanda a Cristo, il sempreverde che non muore, e nasce nel Medioevo in ambito germanico. In quel tempo, il 24 dicembre si allestivano drammi teatrali religiosi sulla storia di Adamo ed Eva, ricreando la scenografia del Paradiso con abeti decorati da mele rosse, e poi da cibo e candele.
Solo nell’Ottocento vennero introdotte le palline in vetro soffiato. Il primo albero di Natale in Piazza San Pietro, che misurava 14 metri, fu acquistato ai Castelli Romani, e dopo aver illuminato le festività natalizie del 1982 fu reimpiantato nei Giardini Vaticani. Dall’anno seguente, molte regioni montane dell’Europa hanno voluto donare l’albero al Papa. Italia e Austria vantano il maggior numero di abeti offerti. Vengono sempre scelti abeti anziani, la cui eliminazione favorisce gli alberi vicini. Dopo lo smontaggio il legno viene recuperato per farne oggetti venduti a scopi benefici.