GENNAIO - Il seme
Il mistero della vita
L’origine della vita è stata fin dall’antichità il primo problema della filosofia e delle religioni. La risposta comune è stata l’elaborazione di dottrine o mitologie che si rifanno alla creazione. Alcuni miti fanno nascere il mondo dalle lotte intestine tra le divinità; per altri ancora, la Terra e tutto ciò che ci circonda sarebbero fuoriusciti da un uovo cosmico primordiale. Le religioni monoteiste insegnano che la creazione dell’universo è stata originata dall’intervento diretto dell’Unico Dio.
Nel XVI secolo la scienza occidentale lentamente iniziò a elaborare risposte diverse dalla religione e dalla filosofia. Lo svilupparsi di modelli scientifici spesso in contrasto con quanto letteralmente affermato nei testi sacri delle religioni è diventato così tema di dibattito tra scienza e fede. Questo ha portato a una lettura meno letterale dei testi sacri, il cui obiettivo comunque non era dare spiegazioni scientifiche, ma piuttosto fornire un senso e uno scopo alla vita dell’uomo.
Oggi, dal punto di vista scientifico, la spiegazione dell’origine della vita parte dal presupposto fondamentale che le prime forme viventi si originarono da materia non vivente. L’origine dell’universo si fa risalire ad un evento colossale noto con il nome di Big Bang, che si stima sia avvenuto circa 13,8 miliardi di anni fa. Giovanni Paolo II in una lettera del 1° giugno 1988 al direttore della Specola Vaticana, dopo avere richiamato il necessario dialogo tra scienza e fede, osservò che il concetto di creazione è filosofico, non appartiene al dominio della scienza, e mette in guardia dalla tentazione di identificare la creazione col Big Bang.
Il concetto di creazione, infatti, indica la dipendenza radicale di tutto ciò che esiste da Dio ed esige l’intervento divino all’origine della vita. Anche e soprattutto della vita dell’uomo, la cui anima è di natura spirituale e non può essere emersa da un’inanimata materia.