Tema del mese

OTTOBRE - Il ricco epulone

[Lc 16, 19-24] - «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti...

La ricchezza egoista

Nello scorrere frenetico delle nostre vite non pensiamo che ci sono centinaia di persone che ogni giorno muoiono di fame. Oggi nel mondo ci sono pochi uomini molto ricchi e moltissimi sotto la soglia della povertà. E non c’è nessuno che si sdegni di fronte a queste ineguaglianze. La maggior parte delle ricchezze dell’Europa e dell’America del Nord sono costruite con le risorse naturali dei Paesi del terzo mondo.

È scandaloso lo sfruttamento non solo delle risorse materiali, ma anche umane di quei Paesi a vantaggio delle grandi multinazionali occidentali. In Asia vengono sfruttati addirittura i bambini, costretti a lavorare invece di andare a scuola! Sulla base dei dati raccolti dalla Banca Mondiale, la povertà estrema è dettata da una soglia minima di 1,90 $ al giorno. È questo il reddito con il quale sono costrette a vivere più di 670 milioni di persone. E questi 670 milioni di poveri nel mondo trovano come riscontro solo la nostra indifferenza, quando non il fastidio.

Spesso ci accontentiamo dell’idea di non aver fatto nulla di male, presumendo per questo di essere buoni e giusti. Ma non fare nulla di male non basta. Ricordiamo le parole di Gesù: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». E i fratelli più piccoli del Signore sono l’affamato, l’ammalato, il forestiero, il carcerato, il povero, e tutti gli scarti della società.

C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma".

[Lc 16, 19-24]

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