FEBBRAIO - La gestante
La gioia della maternità
In Genesi 3,16 Dio dice alla donna: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli». Questo racconto è all’interno di un testo biblico che cerca di rispondere agli enigmi fondamentali dell’esistenza umana, come il rapporto tra l’esperienza gioiosa della nascita di una creatura ed il dolore che l’accompagna. Una madre sa molto bene quanto siano forti i dolori del parto ma sa anche quanta gioia si prova nel vedere e nell’abbracciare una nuova vita.
Il dolore finalizzato alla vita non sembra spaventare e preoccupare le donne che si ritrovano piuttosto a sentire lo stupore di fronte alla loro creatura. Con il pianto del neonato il loro dolore infatti scompare. In un mondo che non fa più nascere bambini e soffre di una diffusa sfiducia nel futuro, soprattutto in questo tempo che ci ha visto combattere una pandemia e subire l’incubo di una guerra nucleare, la vita nascente rappresenta ancora quell’istinto primigenio che ci fa allargare il cuore in un sorriso di gioia. È la gioia di una nuova vita che testimonia al mondo il miracolo della creazione di Dio.
La gioia presuppone una relazione, un incontro, una condivisione. E la maternità come incontro diventa allora una metafora della nostra gestazione spirituale, del nostro rinascere dall’incontro con Dio. Nasciamo su questa terra in un contesto di tenebra, afflitti dal male, dalla sofferenza, dal peccato e dalla morte. Ma in questa tenebra, Dio ha fatto brillare per noi la Sua luce: «Ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2, 10-12). È il vangelo della gioia di una nuova vita che ci è offerta nello Spirito dall’Amore del Padre per mezzo della Croce del Figlio.