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Francesco Forgione nacque a Pietrelcina nel 1887 da famiglia contadina. Egli già da bambino riceveva le visite di Gesù e di Maria e vedeva i demoni e gli angeli. Consacrato sacerdote nell’Ordine dei frati Cappuccini, prese il nome di Pio. I primi anni fu costretto a rientrare nella casa paterna, perché una malattia fece presagire la sua fine. Ripresosi, fu trasferito nel Convento di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo, dove iniziò il suo apostolato del confessionale.
Un numero indecifrabile di uomini e donne, da ogni dove, accorrevano per essere ascoltati dal frate, perché i loro peccati fossero lavati. Era il suo ministero, ricondurre le anime a Dio e, per tutte le ore passate nel confessionale, attingeva la forza dalla preghiera e dall’altare. Per assolvere a questo impegno, padre Pio patì sofferenze fisiche e morali. Il 20 settembre 1918, il cappuccino ricevette le stimmate della Passione di Cristo che rimasero aperte, dolorose e sanguinanti pe cinquant’anni. Padre Pio fu visitato da molti medici, subì incomprensioni e calunnie per le quali tollerò ispezioni canoniche. Egli si considerava “figlio dell’obbedienza” e sopportò tutto con serafica pazienza. Venne anche sospeso “a divinis” dall’esercizio dei ministeri (aveva il permesso di celebrare la santa messa a porte chiuse).
Solo dopo alcuni anni, prosciolto dalle accuse calunniose, venne reintegrato nel suo ministero sacerdotale. La Vergine è il centro della spiritualità di Padre Pio, il segreto della sua santità. Ella era il suo rifugio e la sua protezione contro gli attacchi del demonio, che subiva costantemente. Fondò i “Gruppi di preghiera” per far pregare e far recitare il santo Rosario. Egli stesso, durante il giorno e la notte sgranava sempre la corona del Rosario. Esortava i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e a imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane, quali l’umiltà, la pazienza, il silenzio, la purezza, la carità. A Lei dedicò la “Casa Sollievo della Sofferenza”, l’ospedale che realizzò per sollevare i dolori e le miserie, ponendo la sua fiducia nella divina provvidenza, perché arrivassero gli aiuti necessari. Il suo testamento spirituale fu: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario”.
Chiuse gli occhi il 23 settembre 1968, e come gli era stato predetto dal Signore, le stimmate scomparvero. Grande fu la devozione che i fedeli subito espressero verso di lui, considerandolo già santo nei loro cuori, uno dei santi più amanti nel mondo.