Le parole di oggi

S. Gennaro v. m.

S. Francesco Maria da Camporosso fr.
giovedì 19 settembre 2024
07.00
19.15

La felicità non cresce nell’orto dell’invidioso

Di Gennaro è giunto a noi il nome gentilizio, cioè della gens Ianuaria a cui apparteneva per nascita, risalente al latino “Ianus” (Giano), il dio bifronte delle chiavi del cielo, dell’inizio dell’anno e del passaggio delle porte e delle case.

Nella seconda metà del III secolo, durante l’Impero di Diocleziano, fu eletto vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani per la cura che impiegava verso tutti indistintamente nelle opere di carità. Diocleziano, nella vecchiaia, firmò un editto contro i cristiani, colpendo la Chiesa per impedirle di soccorrere i poveri e spezzare così il favore popolare. Insieme ordinò una feroce persecuzione. Fu incarcerato il diacono Sosso, amico del vescovo Gennaro. Quest’ultimo saputo quanto stava accadendo, decise di andare in carcere e portare conforto a tutti i cristiani prigionieri ed esortarli a resistere nella fede. Il giudice informato della visita, lo fece arrestare e lo condannò a essere sbranato dalle belve. Ma, i romani si accorsero che il popolo aveva simpatia per Gennaro, allora decisero di decapitarlo presso la Solfatara di Pozzuoli.

Si racconta che una donna riuscì a raccogliere parte del sangue del vescovo e a conservarlo con fede. Fra i santi dell’antichità è uno dei più venerati dai fedeli, infatti, il suo culto ha travalicato i secoli ed è giunto intatto fino a noi, caratterizzato dal misterioso prodigio della liquefazione del suo sangue, evento che si ripete due volte l’anno e che tanto tocca la sensibilità religiosa dei napoletani.

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