S. Nicola da Tolentino sac.
Chi in casa d’altri sta - molte tristezze avrà
Fu chiamato Nicola in onore di san Nicola di Bari, dove i genitori, desiderosi di avere un figlio, si erano recati, ispirati da un angelo. In sogno, san Nicola promise loro un figlio destinato alla santità.
A dodici anni entrò come oblato nel convento degli agostiniani del paese, per poi essere trasferito a Tolentino. Egli era assiduo al confessionale e si distingueva per la sua generosa carità. Esortava i ricchi alla carità e avviava i giovani nobili e studiosi alle opere di bene. Per sé possedeva una sola tonaca, faceva continui digiuni, viveva in preghiera e si caricava delle penitenze dei confratelli.
La Vergine stessa lo guarì da una malattia dandogli un pezzo di pane bagnato nell’acqua. Nacque così la devozione dei piccoli pani benedetti, ai quali si devono molti prodigi. Con la preghiera, ottenne la liberazione dal Purgatorio di padre Pellegrino, che in sogno l’aveva supplicato di intercedere. In sonno vide una stella, annuncio della sua prossima fine. Anche un confratello vide la stella, che considerò come segno della sua santità.
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