Giuseppe visse un’intera vita nel nascondimento, suo segno distintivo. Infatti, questo starsene nascosto faceva parte dello straordinario ruolo che gli fu assegnato nella storia della salvezza. Addirittura, quando cominciò la vita pubblica di Gesù, egli sembrava già essere scomparso. Nel Vangelo leggiamo che era uomo Giusto. “Giusto”, nella Bibbia, si intende colui che ama lo spirito e la lettera della Legge, come espressione della volontà di Dio.
Giuseppe, discendente dalla casa di David, era un artigiano e lavorava il legno. Non era vecchio, come la tradizione ce lo ha presentato, era un uomo giovane, dal cuore generoso, ricco di fede, innamorato di Maria. I due si fidanzarono secondo gli usi del tempo, ma Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo (Mt 1,18). In ogni vocazione, il mistero della chiamata si accompagna all’esercizio della libertà, così Giuseppe poteva accettare o no il progetto di Dio. E per amore di Maria: “prese sua moglie con sé” (Mt 1, 24).
Quando noi guardiamo al “Si” di Maria dobbiamo pensare al “Si” di Giuseppe, all’intero progetto di Dio. Egli superò le convenzioni sociali, seppe far vincere in lui l’amore e accogliere il mistero dell’Incarnazione del Verbo. Giuseppe si consacrò alla sua amata: ne fu sposo, custode, discepolo, guida e sostegno. Fu tutto di Maria. Tra loro due esisteva una comunione sponsale che era vera comunione dei cuori, cementata da profonde affinità spirituali. E questa piccola “chiesa domestica”, sorgente di santità, fu prefigurazione del Regno, dell’Amore di Dio.
Giuseppe, l’umile falegname di Nazareth, che ha vissuto la sua vita vicino a Gesù e Maria sulla Terra, sarà maggiormente a loro vicino in Cielo. Sono innumerevoli le grazie che san Giuseppe ottiene da Dio, lui che è anche Padre Universale della Chiesa.