Testa stolta - nulla ascolta
I fratelli Cirillo e Metodio nacquero a Salonicco, in una nobile famiglia greca. Il padre era il capitano (drungario) di un gruppo di soldati dell’Impero d’Oriente. Nella loro giovinezza, Cirillo e Metodio, avevano un’indole molto differente. Infatti, il primo andò a Costantinopoli per dedicarsi agli studi teologici, filosofici, di retorica e musica, inoltre conosceva il latino, l’arabo e l’ebraico, per poi insegnare filosofia; il secondo era molto portato nella cura dell’amministrazione, tanto che gli fu affidato il governo di una colonia slava in Macedonia.
Quando, dopo alcuni anni, i fratelli si incontrarono, scoprirono di avere maturato lo stesso desiderio di vivere una vita religiosa. Consacrati sacerdoti, partirono missionari presso le popolazioni slave della Moravia, dietro richiesta dello stesso sovrano, che desiderava che al suo popolo analfabeta si insegnasse nella lingua natia. Prima di partire, Cirillo, grazie agli studi letterari che aveva fatto, si impegnò nell’elaborazione di un alfabeto slavo: studiò il modo di tradurre in segni i complicati suoni della lingua slava. Questo alfabeto si componeva di trentotto lettere, ventiquattro prese dall’alfabeto greco, le altre ideate per la fonetica slava. Cirillo e Metodio arrivarono così in Moravia portando l’alfabeto con cui gli slavi impararono a scrivere, mentre i due fratelli fecero un’opera di traduzione della Bibbia e della Liturgia. L’alfabeto inventato da Cirillo fu detto cirillico.
A causa delle denunce a papa Adriano II da parte del clero tedesco, anch’esso presente nella regione e contrario all’operato di Cirillo e Metodio, i due furono chiamati a Roma. Ma qui il papa approvò le traduzioni dei testi religiosi. E fu sempre a Roma che Cirillo si ammalò e morì, mentre Metodio ritornò in missione e venne nominato Legato pontificio presso gli slavi della Moravia. Cirillo e Metodio furono definiti “Apostoli degli Slavi”. San Giovanni Paolo II li ha proclamati compatrioti d’Europa.