La nebbia sulla brina - porta l’acqua l’altra mattina
Filippina Rosa Duchesne nacque a Grenoble, nel 1769, da padre avvocato illuminista e madre dedita alla casa e alla pratica religiosa. Dal padre, Filippina prese il carattere forte, ostinato, testardo; seguiva la mamma nell’aspetto religioso e nel compiere opere di carità e di altruismo. Già da bambina era appassionata dai racconti sulla vita missionaria e sognava, un giorno, di andare a evangelizzare gli indiani d’America.
A scuola venne affidata alle suore della Visitazione, dove seguì anche il corso di preparazione all’ingresso nell’Ordine. Infatti mise il velo del noviziato, ma quando stava per prendere i voti, il padre si oppose. Erano i tempi dello scoppio della Rivoluzione Francese che chiuse tutti i conventi, lasciando i religiosi senza un tetto. Filippina tornò a casa in attesa di tempi migliori, ma il convento non esisteva più.
Insieme a un gruppo di novizie, Filippina conobbe Maddalena Sofia Barat e si affidò a questa donna carismatica, che aveva appena fondato la Società del Sacro Cuore, congregazione che doveva rinnovare la fede in Francia e occuparsi dell’educazione dei giovani. Fu questo incontro e la nuova congregazione che resero il suo carattere più mite e migliorarono il cammino spirituale, rispettoso della volontà di Dio.
Finalmente, a trentacinque anni prese i voti religiosi e, seguendo il suo sogno, si imbarcò per la Luisiana, dove divenne missionaria presso i pellirossa. Il suo poter operare presso gli indigeni, bisognosi di tutto, la resero felice, elevando ulteriormente la sua vita spirituale. La vita missionaria fu per lei molto faticosa e ben presto si ammalò, finendo inferma, fino a rendere la sua vita a Dio.