Né caldo né gelo - non restò mai in cielo
Martino nacque a San Sebastiano, “figlio di padre ignoto”. In realtà, suo padre era l’aristocratico spagnolo Juan de Porres, che non lo riconobbe, perché la madre era una ex schiava nera d’origine africana. Il piccolo Martino, dalla carnagione mulatta, viveva con la mamma e la sorellina. Il padre decise, alla fine, di riconoscerlo e lasciò alla madre i mezzi per farlo studiare. Egli divenne così allievo di un barbiere-chirurgo e, fra le varie nozioni, apprese anche quelle mediche. Il suo desiderio però era di entrare fra i domenicani, ma poiché mulatto venne accolto come terziario e svolgeva solo compiti come inserviente e spazzino.
Egli non disdegnava la cosa, anzi amava mostrarsi con la scopa. I suoi superiori cominciarono a notare la sua forza interiore, e decisero di accoglierlo nell’Ordine come fratello cooperatore. Nel Perù, Paese che era stato preda dei crudeli Pizarro e Almagro, Martino de Porres, figlio di un “conquistatore”, offriva un esempio di vita radicalmente contrapposto. Egli divenne consigliere del viceré del Perù e dell’arcivescovo di Lima. Si circondava dei poveri e dei malati e ne era guaritore e consolatore.
Numerosi sono i prodigi da lui compiuti, come quello di trovarsi al tempo stesso in luoghi lontani fra loro, sollevarsi da terra, far luce su argomenti di teologia senza averla mai studiata: per la gente era l’uomo dei miracoli. Fondò a Lima un collegio per i bambini poveri, il primo collegio del Nuovo Mondo. L’arcivescovo del Messico voleva che lo seguisse in un viaggio, ma Martino non potè partire, perché fu colpito da violente febbri, che misero fine alla sua straordinaria vita.