Dopo un pranzetto adatto - si ottiene un buon contratto
Vincenzo era diacono, preparato culturalmente, col dono dell’eloquenza, generoso e coraggioso. Durante la persecuzione di Diocleziano, in un clima di terrore, in cui veniva fatto obbligo a tutti di sacrificare agli dei, il vescovo Valerio e il diacono Vincenzo continuavano con determinazione ad annunciare il Vangelo. Insieme si impegnavano con tenacia e costanza: il vescovo grazie all’autorità che gli derivava dal ministero episcopale si faceva garante di ciò che il diacono annunciava con convinzione.
Il governatore Daciano li fece arrestare. Comprese, però, che il vero nemico da combattere era il diacono Vincenzo. Il vescovo fu mandato in esilio e Vincenzo fu martirizzato. Ma, questi era un grande oratore e un uomo che non si piegava facilmente. Venne fustigato e torturato, venne arpionato con uncini di ferro e gettato in una cella buia, da dove lo sentivano cantare. La testimonianza di Vincenzo fu limpida e ferma. La forza della sua fede produsse alcune conversioni. Alla fine, Daciano lo fece uccidere: era l’anno 304.
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