Cosa domandata - è a metà pagata
Giacinta nacque a Vignanello nel 1585, da principi romani e fu battezzata Clarice. Aveva quattro fratelli e la primogenita, Ginevra, entrò nel convento di clarisse a Viterbo per assecondare l’educazione familiare. Giacinta, a sua volta, vi entrò quando aveva vent’anni, ma fu quindici anni dopo che, a causa di una malattia, si aprì a una conversione assoluta e totale.
Desiderosa di vivere le sofferenze di Cristo nella Passione, si sottopose a durissime mortificazioni e penitenze; sebbene in clausura si dedicò ugualmente ai poveri, ai sofferenti e ai carcerati. Propagò l’amore all’eucarestia e alle sue pie pratiche: la sua intercessione ottenne la conversione di molti peccatori, che concretizzarono la sua opera di carità fondando pie istituzioni, dedite all’assistenza degli infermi e alla cura degli anziani, a cui la santa dettò regole e costituzioni. Volle che su tutti gli oggetti da lei usati fosse impressa l’immagine della Vergine. Giacinta ebbe il dono della profezia e della scrutazione dei cuori; manifestò il fenomeno dell’imponderabilità del corpo; inoltre, trascorse la fine della vita in uno stato di estasi abituale.