Linguaggio lusinghiero - è raramente sincero
Nella storia della santità, molte sono le “Agnese”, cioè le agnelle di Cristo, candide, miti e pure. E questa Agnese, martire bambina, è la sposa più tenera dell’Agnello divino.
Agnese nacque a Roma, da genitori cristiani, di una illustre famiglia patrizia. Il nome deriva dall’aggettivo greco “hagné”, che vuol dire “casta”, “pura”. Si pensa che ella fu martire durante la persecuzione di Diocleziano, verso il 304. La tradizione vuole che Agnese fu denunciata come cristiana dal figlio del Prefetto di Roma, invaghitosi di lei, ma respinto. La fanciulla, solo dodicenne, non volle abiurare, avendo offerto al Signore la sua verginità. Fu condannata a essere esposta nuda, ma i capelli le crebbero fino a coprirla; un uomo cercò di avvicinarla, ma cadde morto. Fu buttata nel fuoco, ma questo si spense grazie alle sue preghiere. Infine, le fu trapassata la gola con la spada, come a un mite agnello.
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