Senza neve a Sant’Ambrogio - l’inverno sarà mogio
Ambrogio nacque a Treviri, in Gallia, verso il 339. Figlio di un funzionario romano, dopo la morte del padre, con la famiglia si ritirò a Roma. Si avviò alla carriera giuridica e, quando morì il Vescovo di Milano, egli si trovò nella città. Come funzionario imperiale, ebbe cura che le elezioni ecclesiastiche si svolgessero secondo coscienza e nel rispetto delle libertà. I suoi discorsi giudiziosi colpirono l’assemblea dei fedeli che lo proclamò Vescovo.
Ambrogio era ancora catecumeno, ma nemmeno la tentata fuga fermò il popolo. Fu battezzato e, subito dopo, ricevette la consacrazione episcopale. Comprese che questa era la volontà di Dio: che fosse al suo servizio. Distribuì le sue ricchezze ai poveri e cominciò a studiare per insegnare ciò che ancora non sapeva. La sua opera fu vasta e profonda; fu al di sopra di tutti i Vescovi per quanto era grande nello spirito.
Ambrogio affermava, davanti al sovrano che l’imperatore era nella Chiesa, non al di sopra della Chiesa. Infatti, quando l’imperatore Teodosio fece trucidare settemila innocenti, il Vescovo gli rimproverò il massacro e gli impose una pubblica penitenza, che fu eseguita. Con questo gesto, egli voleva evidenziare che corona e scettro non dispensano l’uomo dal rispetto della legge morale, uguale per tutti, e di cui sono giudici i ministri di Dio e i pastori di anime.