Di chi non si fida, non ti fidare
Francesco Possenti era il suo vero nome, nacque ad Assisi, nel 1838, a quattro anni rimase orfano di madre. Il padre era governatore dello Stato Pontificio e trasferì la patriarcale famiglia a Spoleto. Gabriele cresceva volitivo e vivace tanto da dare qualche grattacapo al padre, ma imparò a pregare ed era sensibile verso i poveri a cui non esitava la carità. Era un ragazzo bello e seducente, intelligente, brillante, amato dai compagni e dai professori, frequentatore di salotti, sempre vestito elegante; non amava però i compromessi morali e non tollerava scostumatezze.
Una serie di lutti in famiglia fece smarrire il giovane Gabriele che cominciò a pensare di volersi consacrare a Dio e fare vita religiosa. Una promessa fatta la prima volta a dodici anni, nel delirio di un febbrone e rinnovata a ogni momento di pericolo, che poi dimenticava quando la quotidianità prendeva il sopravvento. Fu la Madonna stessa a parlare a Gabriele, durante una processione. Il 22 agosto 1856 il ragazzo, in ginocchio tra la folla, avvertì che l’immagine della Vergine si stava animando, i suoi occhi divennero lame scintillanti e una voce gli risuonò nel cuore: “Ancora non capisci che questa vita non è fatta per te? Segui la tua vocazione”.
Nessuno riuscì a trattenerlo, dopo pochi giorni entrava nel noviziato. Aveva diciotto anni e mezzo e la scelta della vita religiosa fu radicale e irrevocabile. Conduceva una vita semplice, ritirata nel convento, dedita a un lavoro interiore e spirituale compiuto con Dio e di forte devozione alla Madonna Addolorata. Era felice, invocava la Madonna: “Mamma mia, fa’ presto”. E la mattina del febbraio 1862, aveva il volto trasognato e gli occhi fissi sulla parete, sorrideva alla Madonna che era venuta a incontrarlo. Aveva 24 anni.