Durante la quarantena il mio turno di cucina è raddoppiato: dalla cucina della sera e della domenica è ora diventato quotidiano, anche se con tanti aiuti dei miei confratelli. Recuperando una tradizione delle nostre case di formazione, una volta a settimana, a cena, abbiamo fatto la pizza. Io ho cominciato e così è nata la sfida ed ognuno ha offerto la propria esperienza familiare e geografica: dalla mia versione romana (vedi sotto la ricetta della mia mamma) a quella napoletana, siciliana e pugliese. E poi abbiamo trovato un ottimo lievito per panificazione, anche se non è quello di birra.
Ed ecco finalmente la meravigliosa ricetta per la pizza della mia mamma.
Ingredienti: ½ Kg di farina, 1 panetto di lievito, 300 cl di acqua, 3 cucchiai d’olio, sale qb.
Dopo aver impastato la pizza, prima di mettere la pasta a ricrescere vi scavo col dito il segno della croce. Questa abitudine di tracciare il segno di croce sul pane si usava una volta, forse qualcuno la ricorda.
Alle Celle di Cortona, c’era un nostro anziano Confratello, che, addirittura, quando piantava i semi, prima vi tracciava sopra il segno di croce… se non è cura del creato questa!