Pensione revocata con richiesta di 2 anni d’arretrati
25 settembre 2019
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A mia moglie è sta concessa nel 2008 la pensione di invalidità. Al compimento del 65.mo anno detta pensione è stata tramutata in sociale. Dopo 7 anni l'Istituto si è ricordato che detta pensione fa cumulo con la mia e, dopo aver revocato la stessa, chiede la restituzione di 2 anni di arretrati per complessivi 9.000 euro. Mi giunge voce che l'INPS non può recuperare somme già corrisposte, giusto una sentenza della Cassazione del 2017, ma solo rettificare la pensione. Le chiedo, cortesemente, un Suo parere in merito.
Lettera firmata
La legge n. 88 del 1986 e la legge n. 412 del 1991 prevedono che laddove siano state riscosse rate di pensione risultanti non dovute, non si può far luogo al recupero delle somme corrisposte, salvo che l'indebita percezione sia dovuta a dolo dell'interessato. Ciò significa che il pensionato o titolare di prestazioni previdenziali/assistenziali è tutelato dalla rettifica del provvedimento errato effettuata dall'INPS: se le somme sono state da lui percepite in buona fede sulla base di un provvedimento definitivo dell'Ente, errato in senso peggiorativo o addirittura revocato, la restituzione non sarà dovuta. Ciò è stato ribadito dalla Cassazione come lei ha scritto, nell’anno 2017, con Sentenza n. 482. Pur tuttavia, le casistiche riguardanti la sanatoria sono diverse e vanno valutate singolarmente. Infatti, vi sono casi in cui l'errore non è imputabile all'INPS, bensì ad una omessa o incompleta segnalazione da parte dell'interessato di fatti, anche diversi dalle situazioni reddituali, incidenti sul diritto o sulla misura delle prestazione, che non siano già conosciuti dall'Istituto (cfr. Circolare INPS, n. 31/2006). In tal caso, le somme indebitamente erogate in conseguenza di tale errore, saranno integralmente recuperabili. Ad ogni modo, sua moglie ha sempre la possibilità di interporre ricorso avverso il provvedimenti contestati per far valere le sue ragioni.