"E spesso valicando quei muri (vincendo il pregiudizio e la paura) incontriamo una diversità ricca di tutto quello che ci mancava a completare la costruzione della fraternità umana
".
Fratelli e sorelle separati sono tutti coloro che, appartenendo
a diversi popoli, etnie, ideologie, confessioni,
vivono in spazi separati da muri o barriere
(visibili, ma anche invisibili) di mattoni, cemento,
filo spinato. Dalla muraglia cinese al muro di Berlino
nella storia dell’umanità ricordiamo tantissime
barriere di difesa e di protezione. Il giornalista inglese
Tim Marshall ha contato che dall’abbattimento
del muro di Berlino ad oggi almeno 65 Paesi hanno
costruito barriere lungo i propri confini. Molte
di queste sono state progettate per tenere fuori da
un Paese gli abitanti degli Stati vicini. È il caso delle
barriere al confine tra Stati Uniti e Messico che
hanno l’obiettivo di impedire l’immigrazione dal
Sud al Nord America. Ma se da un lato i muri hanno
l’obiettivo di tener fuori, dall’altro esistono barriere
che chiudono le persone dentro un ghetto, isolandole
completamente. È il caso del muro alto tre metri
e lungo un chilometro costruito nella zona Est
dello Stato brasiliano di São Paulo, per isolare la favela
di Vila Esperança. È evidente come nella storia
siano cambiati la funzione e lo scopo per cui i muri
vengono costruiti. Se in passato servivano a difendere
i territori da invasioni e pericoli esterni e nel
secolo passato sono serviti a definire confini instabili,
oggi invece servono soprattutto per il controllo
e come deterrente dell’immigrazione. Ma non ci
sono solo le barriere materiali. Altri muri invisibili,
immateriali, si ergono tra noi e gli altri, fatti di pregiudizi
e paura, alimentati dall’insicurezza e dall’ignoranza.
E spesso valicando quei muri (vincendo
il pregiudizio e la paura) incontriamo una diversità
ricca di tutto quello che ci mancava a completare la
costruzione della fraternità umana.