Fra Francesco, da Manduria all’Amazzonia
È partito alla volta dell’Amazzonia fra Francesco Perrucci, uno dei frati cappuccini della Provincia Serafica dell’Immacolata Concezione che, nella sua storia, si è lasciato affascinare e attrarre dalla storia di san Francesco quando, da giovane, a 16 anni conobbe un giovane frate minore osservante. Dopo un discernimento iniziale, arriva a bussare alla porta dei Cappuccini nel 2009 quando, in seguito al terremoto dell’Aquila, decise di partire per seguire Cristo e la Chiesa prendendosi cura degli ultimi e dei più bisognosi che, in quel periodo, stavano attraversando la travagliata esperienza del terremoto. Negli ultimi anni ha perso entrambi i suoi genitori, ultima la madre durante la pandemia e in questa esperienza di sofferenza ha sperimentato come il dolore e le difficoltà sono opportunità di crescita personali che permettono di fare un salto nella fede.
Oggi, con la sua bisaccia parte alla volta di una terra lontana per un nuovo “Sì” alla sua chiamata: l’essere missionario. Un aspetto che, ci racconta al telefono, essere una parte importante del carisma francescano fatto di preghiera, ma anche di servizio verso gli ultimi. Ed è proprio questo l’aspetto che più lo ha spinto a partire: “Vivere meglio e pienamente il carisma di Francesco”.
Già la scorsa estate aveva avuto modo di trascorrere un periodo in questa terra con i tanti popoli indigeni e ciò che maggiormente lo aveva colpito e affascinato era la loro semplicità, la felicità che si coglieva nei loro volti fatta di poche cose e, ancora, la loro disponibilità ad accogliere chi arrivasse e farli sentire a casa portandoli a condividere quel poco che avevano. Ma ciò che, più di tutto, lo ha fatto sentire a casa è stata la loro fede semplice e partecipata, il modo di vivere la liturgia che ha rimandato alla sua memoria la terra di origine, la Puglia: “Da piccolo ricordavo, le processioni, l’importanza delle varie festività sentite da tutto il paese e intorno a cui ruotava la vita della comunità”. Tutto ciò è stato per lui testimonianza della fratellanza di cui parlava Francesco e che ogni comunità dovrebbe recuperare, almeno un po'!
Fra qualche mese avrà inizio l’anno giubilare in cui ogni cristiano è invitato da Papa Francesco ad “essere pellegrino di speranza” e abbiamo chiesto a fra Francesco cosa significasse per lui questo, come avrebbe vissuto questo mandato in Amazzonia: “Il mio desiderio e impegno è quello di essere strumento nelle mani di Dio, essere un segno capace di incarnare la Parola, divenendo dono per ogni persona che incontrerò nel mio cammino”.
Ci ha poi condiviso il suo sogno per l’Amazzonia: “È una terra molto ricca ma anche con tante croci. Sogno che l’uomo comprenda che non è un bene di nostra proprietà, ma che ci è stata affidata e noi ne siamo custodi e affinché continui a portare frutto occorre rispettarla e amarla.”
Ed infine, fra Francesco ci ha raccontato che la sua bisaccia è molto leggera, ma ha portato un oggetto a lui molto caro e prezioso: la croce che ha ricevuto durante il mandato.
Ad aspettarlo in Brasile, i frati cappuccini e della diocesi dell'Alto Solimões e i tanti amazzonensi pronti per essere i suoi maestri di portoghese. A lui auguriamo un buon viaggio e buona missione!