Viaggio in Ucraina: diario a 4 mani
"...𝒆̀ 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒔𝒐𝒈𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒆 𝒂𝒓𝒎𝒊 𝒕𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒏𝒐 𝒆 𝒔𝒎𝒆𝒕𝒕𝒂𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒅𝒊𝒔𝒕𝒓𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒆 𝒎𝒐𝒓𝒕𝒆?"
10 dicembre
Torniamo in questa terra martoriata dopo 10 mesi facendo tappa a Vinnytsia, a 200 km da Kiev. Dopo circa 24 ore di viaggio no stop, abbiamo visitato il luogo dove un missile, nei pressi del nostro convento, nel luglio 2022 causò la morte di molti civili.
Le tracce sono ancora evidenti nei palazzi circostanti. Qui a Vinnitsya sta aprendo le porte una seconda casa per l’accoglienza delle madri che hanno perso un figlio a causa della guerra. Anche per questo siamo qui. Pur coscienti che non è che piccola cosa difronte al dramma insensato della guerra, vorremmo che questo nostro pellegrinaggio di pace contribuisse alla conoscenza reciproca, che fosse una scintilla per costruire un ponte per il dialogo e di fattiva collaborazione.
Le madri di Casa padre Pio ci insegnano che, insieme, con la grazia di Dio, è possibile superare l'odio e trasformarlo in amore. Che il nostro essere pellegrini di speranza sia un contributo fattivo alla costruzione di un mondo di pace.
“𝑨 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊 𝒈𝒍𝒊 𝒖𝒐𝒎𝒊𝒏𝒊 𝒅𝒊 𝒃𝒖𝒐𝒏𝒂 𝒗𝒐𝒍𝒐𝒏𝒕𝒂̀ 𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒖𝒏 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒊𝒕𝒐 𝒊𝒎𝒎𝒆𝒏𝒔𝒐: 𝒊𝒍 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒊𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒓𝒊𝒄𝒐𝒎𝒑𝒐𝒓𝒓𝒆 𝒊 𝒓𝒂𝒑𝒑𝒐𝒓𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒗𝒊𝒗𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂̀, 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒈𝒊𝒖𝒔𝒕𝒊𝒛𝒊𝒂, 𝒏𝒆𝒍𝒍’𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆, 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒕𝒂̀…”
11 dicembre 2024
Oggi a Vinnytsia, assieme ai nostri confratelli ucraini, abbiamo incontrato un gruppo di madri che hanno perso un figlio in guerra. Alcune di esse avevano seguito il percorso residenziale a Kiyv presso la Casa padre Pio e si sono fatte portatrici dello stesso spirito tra quante hanno vissuto il medesimo dramma. Le avevamo incontrate nel corso del nostro viaggio di febbraio ed è stata una vera gioia ritrovarsi ancora.
Al momento a Vinnytsia questi incontri si svolgono nelle sale di un centro sociale senza però permettere i necessari periodi terapeutici residenziali. I frati, dopo varie ricerche, hanno trovato una casa attualmente utilizzata dalla Caritas diocesana: lì si sta pensando, anche grazie al nostro aiuto, di dare continuità al progetto con lo stesso programma che viene seguito a Kiev.
Ha preso parte all’incontro anche un papà: con dolore composto ci ha raccontato che proprio oggi è il secondo anniversario della morte del figlio. Una mamma ci ha detto che era lì perché ormai da troppo tempo non ha notizie di suo figlio...
Come sanare un dolore così grande?
“Il futuro è un dono per andare oltre gli errori del passato, per costruire nuovi cammini di pace.”
12 dicembre 2024
Arrivati oggi a Kiev, accolti dai nostri confratelli, abbiamo visitato i locali che avevamo lasciato a febbraio constatando quanto in questi mesi è stato fatto per rendere Casa padre Pio sempre più accogliente e funzionale.
Già più di 400 mamme hanno trovato qui condivisione e accoglienza, cura e ospitalità, ascolto e preghiera. Man mano che i gruppi si sono susseguiti, ci hanno raccontato fr. Kostiantyn e Ludmila, la coordinatrice delle attività, la presenza dei volontari è andata crescendo e nuove realtà e idee si sono affacciate. L’obiettivo del percorso è riportare serenità e pace nel cuore di quante hanno perso la speranza per la morte del figlio. Sappiamo quanto sia necessario attuare un percorso integrato che tenga conto di tutti gli aspetti della persona umana.
Ebbene, oltre alla presenza del medico e dei terapisti, la ginnastica, il salone di bellezza, la musica e l’arte terapia, si sta sperimentando anche la pet therapy con davvero dei buoni risultati. Mens sana in corpore sano.
Continuiamo il nostro essere pellegrini di speranza sapendo che, anche voi carissimi, col sostegno della vostra preghiera, siete con noi in questa missione per realizzare un nuovo futuro di pace.
"Una volta tanto le circostanze avevano portato degli uomini a saper restare uomini. Se questo è successo una volta potrà tornare a succedere. Potrà succedere, voglio dire, a innumerevoli altri uomini e diventare un costume, un modo di vivere."
13 dicembre 2024
Le poche righe che abbiamo condiviso nel corso di questo viaggio, vogliono essere testimonianza che anche l'impossibile è reso possibile dalla grazia: che anche i nemici si siedano a tavola assieme accomunati dal loro essere uomini, figli di Dio.
Questo nostro parlarne è mosso dal desiderio di mettere in luce i semi del bene che, nonostante la guerra, continuano a spuntare - come fiori rari - nella nostra vita.
Non vogliamo perdere di vista, curvi sulla nostra quotidianità e sconfitti dall'indifferenza, le cose belle di cui ancora l'uomo è capace. Dobbiamo anzi sostenerle, soffrendo con chi soffre, sperando con chi s'adopera.
L'esperienza vissuta con le madri di Casa padre Pio e i fratelli cappuccini in Ucraina ci dona ancora la speranza in un futuro di pace. Non dobbiamo parlarne al passato ma riscoprirla come vera radice di una nuova umanità.