Ucraina

Cappuccini in Ucraina, tre anni di conflitto

lunedì 14 aprile 2025
“Dobbiamo guardare la situazione con lo sguardo di Dio e impegnarci per la pace”

«Dico alle persone di proteggersi dalla guerra nella testa e nel cuore. Dobbiamo, con la Parola di Dio, “esorcizzare” il nostro cuore dall’odio e tendere alla pace e all’amore, anche per i nostri nemici. Dobbiamo imparare a pregare per loro. Dobbiamo guardare all’intera situazione con lo sguardo di Dio e impegnarci per la pace. È difficile, perché la tentazione dell’odio è ovunque. Dobbiamo avere Dio nel cuore: gli sforzi umani e i colloqui da soli non bastano... L’esercito combatte sul fronte, ma ognuno combatte come può. La battaglia più importante, però, è quella spirituale, nei cuori».

Queste sono le parole di un nostro confratello in Ucraina che, ogni mattina, dall’inizio della guerra, racconta ciò che è accaduto il giorno precedente e la notte appena trascorsa. Il 19 novembre 2024 ha segnato il millesimo giorno da quel tragico momento, mentre il 24 febbraio di quest’anno ha segnato tre anni dall’inizio del conflitto. In Ucraina, tuttavia, si parla di undici anni di guerra, facendo risalire l’inizio delle ostilità al 2014, quando la Russia ha annesso la Crimea e sostenuto la secessione delle due regioni orientali di Donetsk e Lugansk.

Attualmente in Ucraina vivono 32 nostri frati, metà dei quali ucraini e l’altra metà polacchi. Essi prestano servizio in otto fraternità: cinque nell’Ucraina occidentale, una a Kiev e due nella parte orientale del Paese, a circa 100-150 km dalla linea del fronte. Queste comunità formano la Custodia dell’Ucraina. I frati cercano di servire la popolazione principalmente attraverso il ministero pastorale, ma anche rispondendo ai bisogni generati dalla guerra. Tra le loro iniziative vi sono laboratori per le donne che hanno perso mariti e figli, visite ai soldati feriti negli ospedali e attività per bambini e giovani, che consentono loro di sperimentare, seppur per poco, una “vita normale”. Inoltre, sono stati creati i cosiddetti “Power Points”, luoghi dove le persone possono ricaricare i dispositivi elettronici in assenza di elettricità, un bisogno particolarmente urgente nei mesi invernali. Tutto questo è reso possibile grazie al sostegno finanziario dell’Ordine e di numerosi benefattori.

Queste attività potrebbero sembrare un ministero ordinario, ma in tempo di guerra assumono un significato speciale. Non è facile svolgere il servizio sotto i bombardamenti quotidiani, tra allarmi ed esplosioni. Non è facile mantenere la speranza quando si vedono costantemente le conseguenze del conflitto: uomini mutilati di ritorno dal fronte, donne sole dopo la perdita dei loro cari, funerali sempre più frequenti e cimiteri che si riempiono di nuove tombe. Non è facile vivere serenamente sapendo che si può essere arruolati nell’esercito: un rischio concreto per i frati di nazionalità ucraina, tre dei quali sono già stati chiamati alle armi. Tutto ciò potrebbe facilmente portare al pessimismo e allo scoraggiamento.

Eppure, i frati perseverano; con l’aiuto di Dio, continuano a servire il popolo, rispondendo all’appello che il Papa ha rivolto a noi in occasione del Capitolo Generale:

“Siate pacifici. Infatti, il vostro saper stare con tutti, in mezzo alla gente, al punto da essere comunemente considerati i “frati del popolo”, nel corso dei secoli vi ha resi esperti “operatori di pace” (cfr. Mt 5,9), capaci di creare occasioni di incontro, di mediare la risoluzione di conflitti, di riunire le persone e di promuovere una cultura della riconciliazione, anche nelle situazioni più difficili”.

Siamo fiduciosi che il ministero dei frati e la nostra preghiera possano contribuire al ristabilimento di una pace giusta e duratura nella martoriata terra ucraina. Preghiamo con fiducia, certi che Dio avrà l’ultima parola su questa immensa tragedia.

Tratto da BICI N° 394, Marzo 2025