Il senso della giustizia
La giustizia è come una di quelle antiche bilance a piatti sospesi, che osservavo al mercato e in drogheria quand’ero bambino: da una parte la merce, dall’altro i pesi, per conoscere con esattezza la quantità e dunque il prezzo delle cose. La bilancia non fa differenze, non fa preferenze: è un meccanismo preciso, affidabile. Però servono mani esperte per farla funzionare bene.
Le ingiustizie sono il frutto di un’incapacità nel tarare la bilancia e garantirle la giusta manutenzione. Incapacità oppure cattiva volontà, interesse a falsificare l’equilibrio per favorire alcuni a scapito di tutti gli altri. Se la bilancia è tarata male, il prezzo da pagare sarà sempre troppo alto per i deboli, a tutto vantaggio di chi gestisce il meccanismo degli scambi.
Il sistema liberista, su cui oggi si regge l’intero pianeta, è una bilancia mal funzionante. Da una parte ci sono i beni di prima necessità – il cibo, la casa, l’istruzione – che restano inaccessibili a intere fasce di popolazione. Dall’altra tanti beni e servizi secondari che alimentano invece il consumismo più sfrenato. Da una parte ci sono le spese per gli armamenti, in costante aumento, e dall’altra quelle per le politiche sociali, sempre invece soggette a tagli e riduzioni. Da una parte la crescita economica e finanziaria, i cui grandi guadagni finiscono nelle tasche di pochi, e dall’altra l’impoverimento irreversibile della Terra, sfruttata in ogni suo anfratto, inquinata, sfidata e offesa.
L’equilibrio sociale e quello naturale versano in una grave e parallela crisi, i cui sintomi sono sempre più evidenti: il cambiamento climatico che galoppa, la distruzione di interi ecosistemi, i nazionalismi che risorgono, i conflitti interni ed esterni agli Stati che si inaspriscono fino a scoppiare. Come ci ha ricordato papa Francesco durante la pandemia – una gigantesca “crisi nella crisi” – da sfide epocali come queste si può uscire migliori o peggiori. Ma la cosa imperdonabile sarebbe di uscirne uguali.
È il tempo di aggiustare la nostra bilancia, per disegnare nuovi e più sani equilibri, una nuova idea di giustizia capace di dare il giusto peso ai problemi dell’oggi, per non pagare, tutti, un prezzo troppo salato domani. Questa manutenzione della bilancia implica un impegno trasversale e condiviso: giovani e adulti, associazioni e istituzioni, fondazioni e ordini professionali. Mondi laici e di Chiesa…
Serve una nuova pedagogia fondata sulla relazione, servono un’economia e una politica che tornino servizio al bene comune. Serve riportare in equilibrio libertà e responsabilità, affinché ogni “io” si riconosca e si realizzi come parte di un “noi”, di un destino umano comune.
Tratto dal mensile "Frate Indovino", n.5, 2022