Un anno di grazia
Giubileo o Anno Santo, come pure viene indicato, è una lieta e liberante rivelazione sul tempo. La storia ci aiuta a capirne l’origine e il contenuto. Il termine viene dall’ebraico jobel e indica il corno di ariete che suonava per aprire il giubileo. La religione ebraica ogni 50 anni stabiliva un anno di riposo per la terra, la restituzione delle terre confiscate, il condono dei debiti e la liberazione degli schiavi. Così tutto e tutti ritornavano nella condizione precedente per una rinascita e una concreta ripartenza.
Cristo trasformò e portò a compimento il giubileo antico annunciando ai poveri, con la sua missione di amore e libertà, cura e fratellanza, l’anno di grazia del Signore. Il Giubileo diventa Anno Santo, chiamata alla conversione e alla santità, che è vivere la vita stessa di Dio che è comunione. Ora il riferimento all’incarnazione di Cristo, al suo amore fino alla croce per riscattarci dal peccato, diventa fondamentale per vivere il Giubileo. Sintetizzando al massimo partiamo dall’intuizione di san Francesco quando chiese a papa Onorio III il Perdono della Porziuncola. Francesco per donare l’indulgenza a tutti, poveri e malati che non potevano fare i lunghi e costosi pellegrinaggi a Roma, Gerusalemme… chiese che la si potesse ottenere con la preghiera, la carità e la visita alla Porziuncola. Le offerte del Giubileo che si portavano in Terra Santa non avevano un valore commerciale ma sociale per sostenere i cristiani e i luoghi santi.
L’apertura di Francesco di interiorizzare la penitenza cambiò tutta la prassi penitenziale della Chiesa.
Il primo Giubileo, dopo la perdonanza di Celestino V del 1294, lo indisse Bonifacio VIII nel 1300 da celebrarsi ogni 100 anni, poi fu portato a 33, gli anni di Gesù, e dal 1450 ogni 25 anni per permettere a tutti di poterlo vivere. Oltre i giubilei ordinari, ci sono quelli straordinari indetti per circostanze particolari. Alcuni segni accompagnano e caratterizzano il Giubileo: il pellegrinaggio che esprime la volontà di raggiungere una conversione profonda di vita; il passaggio della Porta Santa in una delle basiliche maggiori di Roma per passare, attraverso Cristo che è la porta, dal peccato alla grazia, da schiavi a liberi; la professione di fede per mettersi nelle mani di Dio; la preghiera e la liturgia per trasformare in lode la vita; la carità per vivere l’amore concreto verso tutti; la conversione vivendo il sacramento della riconciliazione e ottenere l’indulgenza plenaria che ci dà la remissione completa della colpa e della pena per i peccati. Infatti l’assoluzione sacramentale cancella i peccati, cioè le colpe che abbiamo commesse, mentre l’indulgenza, attingendo alla salvezza di Cristo, toglie pure la pena, cioè la riparazione che con la preghiera, la carità o penitenza in questa terra o nel purgatorio dovremmo espiare.
Il Giubileo è dono e perdono che ci restituisce la vita battesimale e rinvia al Padre che ci ama, a Cristo unico Salvatore e allo Spirito che versa amore nei nostri cuori, perché possiamo vivere nella gioia e camminare nella speranza.
tratto dal mensile "Frate Indovino", n.1, 2025