Giubileo

Francesco, Chiara, Carlo Acutis

lunedì 14 aprile 2025 di Mons. Domenico Sorrentino
Un trio che attrae il mondo

Dopo venticinque anni di vita frivola, e venti anni di vita santa, il 4 ottobre del 1226 moriva ad Assisi Francesco, il Santo forse più noto ed amato della Chiesa. Ma chi è Francesco? Quale il suo messaggio? La risposta può racchiudersi in una sola parola: Gesù. Francesco volle vivere di Gesù. Annunciare Gesù. Essere Gesù. Le cose e le gioie terrene erano state il suo sogno, e la sua trappola, quando era il “re delle feste” di Assisi. Ambizioso, aveva partecipato alla guerra di Assisi contro Perugia per acquisire il riconoscimento di cavaliere. Era invece incappato in un anno di prigionia. Fu un anno di grazia. Tra quattro mura pensò e ripensò. Si interrogò sul senso della vita. La sua ricerca interiore finalmente lo porto a Gesù. Lo contemplò a lungo nel Crocifisso di San Damiano, fissando quegli occhioni che scavano dentro. Lo incontrò nel volto dei lebbrosi. Fino ad allora gli avevano fatto ribrezzo. Riuscì ad abbracciarli, ricevendone in cambio – come egli confessa nel Testamento – “dolcezza di anima e di corpo”. Da allora non ebbe più esitazioni. A costo di una guerra in famiglia, specie col padre Pietro di Bernardone – e fu guerra dura, fino ai ceppi con cui il padre tento di piegarlo – si spoglio di tutto, fino alla nudità, nelle mani del vescovo Guido. In questo vescovado che ho il privilegio di abitare, si sentì accolto e benedetto. Volle essere solo di Dio e dei poveri. Divenne presto una calamita. Nel giro di pochi anni a migliaia accorsero per mettersi sulle sue orme. Molti si fecero frati. Altri, laici, furono suoi seguaci nel mondo, “terziari francescani”.

La giovane Chiara, di dodici anni più piccola, decise di seguirlo nella via della più grande povertà. Nacquero le “clarisse”. Chiara si senti “pianticella” di Francesco. Al maschile e al femminile, entrambi testimoniano quanto Gesù sia capace di abitare i cuori facendone piccoli “paradisi” itineranti. Il paradiso non è solo dell’aldilà. Quando Francesco volle annunciare il grande perdono, l’indulgenza della Porziuncola, ossia quella misericordia sovrabbondante di Dio, capace di cancellare – per chi lo volesse davvero con il proposito di staccarsi totalmente dal peccato – le conseguenze che la colpa, anche quando è stata perdonata, lascia in ciascuno di noi. Le ferite stentano a rimarginarsi. Come una malattia che, pur guarita, tende alla recidiva, rallentando il nostro incontro con Dio. Il “purgatorio” e appunto questo “ritardo” purificante per un abbraccio con Dio che sia pieno ed eterno. Un “ritardo” che può essere evitato se una grazia speciale – ed è questo l’indulgenza – ci dà la forza di dire un no secco al peccato e pertanto di cominciare il Paradiso già in terra. “Voglio mandarvi tutti in Paradiso” : così Francesco annuncio l’indulgenza quando la ottenne per coloro che visitano la sua amata, piccola e povera chiesa, della Porziuncola. “Francesco, va’, ripara la mia casa, che, come vedi, va tutta in rovina”. Questo mandato del Crocifisso di San Damiano fece del Santo di Assisi un apostolo itinerante, umile, infaticabile. Irradiava Gesù. Alla fine, sul monte della Verna, ricevette anche i segni delle piaghe del Crocifisso le stimmate. Tutti lo cercavano. Fra Masseo, stando al capitolo X dei Fioretti, gli pose una domanda curiosa e quasi ingelosita: “Perché a te tutto il mondo viene dietro?”.

E la stessa domanda che mi sono sentito fare in una trasmissione televisiva, mentre parlavo di Carlo Acutis, il giovane milanese morto a quindici anni approdato ad Assisi nel Santuario della Spogliazione. Ragazzo pieno di sogni, amante della natura, della musica, dello sport, talento informatico, ma soprattutto rapito dalla presenza eucaristica di Gesù, amico dei poveri, sta attirando ad Assisi milioni di pellegrini. Le nostre missioni con la sua reliquia si moltiplicano in tante nazioni. Un fenomeno che sorprende. Ancora una volta, la domanda: “Perché a te tutto il mondo viene dietro?”. Vale per Francesco e Chiara. Vale anche per Carlo, che durante il Giubileo degli Adolescenti (25-27 aprile) verrà proclamato santo.

Chi si spoglia per Gesù diviene una calamita. Un sorriso che attrae il mondo.

Tratto dal Mensile Frate Indovino, n.04, 2025

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