Un anno con Papa Francesco
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Ha conquistato tutti fin dalla sua prima apparizione la sera dell’elezione con quelle parole che ancora risuonano nella nostra mente: “Fratelli e sorelle, buonasera”… “Sono venuti a prendermi dalla fine del mondo”… “Pregate per me”… Le sue scelte, i suoi gesti, il suo modo di essere hanno fatto crescere in modo impensabile l’entusiasmo del mondo intero attorno alla sua persona. Abbiamo subito capito di trovarci difronte ad un personaggio che ha fatto “professione di umanità”, che ama in modo autentico e concreto senza leziosaggini e senza sconti. Un uomo che ha imboccato la logica del servire, e non dell’essere servito. Un pastore che richiama a pensare, a parlare, a progettare non nell’ ottica dell’io, ma del noi. Una persona saggia, che sa dare le risposte più semplici agli interrogativi più difficili. Un “profeta” che alza senza timore la sua voce per mettere in guardia il mondo dalla deriva demenziale verso il potere, la ricchezza ad ogni costo, la chiusura cieca, la “globalizzazione dell’indifferenza”, la grande ipocrisia che sta inquinando ad ogni livello i rapporti umani. Un Papa che vuole una chiesa senza sotterfugi, che non eviti di farsi giudicare dal Vangelo.
Sorgerà per l’umanità una nuova primavera? Ne sono certo. A condizione, però, che le parole di Papa Francesco diventino carne della nostra carne e vita della nostra vita.
Jorge Mario Bergoglio ha aperto il suo secondo anno di Pontificato con un Tweet: “Pregate per me”. La presenza sui social network è stata una delle grandi rivoluzioni operate da Francesco, che gli ha permesso di raggiungere milioni di persone in tutto il mondo.