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MISSIONE POSSIBILE… OVUNQUE TU SIA

09 aprile 2024
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L’esperienza dei giovani della Gi.Fra di Cagliari

Sono giovani tra i 14 e i 30 anni che seguono Cristo secondo l’umile esempio di San Francesco e Chiara d’Assisi. Sono i giovani della GI.FRA (Gioventù Francescana). Il loro impegno è costruire un mondo più fraterno ed evangelico ed essere testimoni con la propria vita e con iniziative individuali e comunitarie.

Protagonisti di una Missione possibile sono in particolare i giovani della Gi.Fra di Cagliari che hanno realizzato a marzo scorso, presso il Santuario di Sant’Ignazio da Laconi (CA), una raccolta fondi a favore dei progetti missionari in Amazzonia, curati dalla fondazione Assisi-Missio dei frati minori cappuccini del Centro-Italia.

A far conoscere loro la realtà missionaria dell’Amazzonia sono stati Fra Massimiliano Maria Sira (ofmcap - Responsabile per le missioni per la Provincia dei Cappuccini di Sardegna e Corsica) e Fra Davide Corongiu (ofmcap ed ex gifrino della Fraternità di Laconi). Durante il consueto ritiro invernale della Gi.Fra, i due frati avevano presentato alla Fraternità regionale la Missione e i vari progetti umanitari a sostegno della popolazione Ticuna. Il loro racconto insieme alla testimonianza diretta di Fra Davide, partito in Amazzonia l’estate scorsa, hanno fatto maturare nel cuore dei giovani il desiderio di essere anche loro missionari.

Per una esperienza missionaria sul campo però sono necessarie preparazione e formazione adeguate che i ragazzi non hanno ancora vissuto. Ma questi ragazzi hanno compreso e agito che chiunque può essere Missionario, ovunque egli risieda. Lo spirito missionario è una chiamata, è il desiderio di rendersi utili per chi è nel bisogno, è muoversi verso l’altro mettendosi in gioco.
I GiFrini di Cagliari hanno dunque seguito questo impulso organizzando una serie di raccolte fondi coinvolgendo attivamente l’intera famiglia francescana. L’obiettivo era quello di offrire un contributo economico, ma la loro iniziativa non si è ridotta ad un “semplice finanziamento”.

Le due giornate di marzo così come la collaborazione con Assisi-Missio sono state pensate per evangelizzare, le famiglie, i giovani e i fedeli del Convento dei frati cappuccini di Cagliari sulle diverse iniziative portate avanti con amore nelle terre del Brasile. Il messaggio che i ragazzi hanno voluto passare riguarda l’esistenza di una realtà missionaria attiva che non coinvolge solo “gli addetti ai lavori” ma chiama in causa ogni cristiano.

Durante le due giornate sono stati proposti, ai numerosi fedeli, vari articoli realizzati a mano dai Gifrini. I rosari i “Chotki”, corda di preghiera di origine ortodossa creata da San Pacomio IV secolo d.C. e i segnalibri con frasi tratte dal Vangelo o riguardanti la missione, e i QrCode, forniti dalla redazione di Frate Indovino, per permettere a chiunque di conoscere la realtà missionaria e di fare liberamente altre donazioni.

I rosari e i “Chotki” per questa particolare occasione sono stati realizzati con i colori del Brasile. Per i ragazzi la loro realizzazione non ha rappresentato solo una forma di servizio ma una vera e propria occasione di preghiera e di fraternità. Ci hanno condiviso che nel creare ogni singolo nodo è stata recitata la preghiera del cuore per i fratelli dell’Amazzonia, per i frati missionari e per tutti coloro che avrebbero donato con generosità.

Una preghiera che evidentemente è stata accolta… ci hanno raccontato che il centinaio di Chotki che avevano realizzato sono terminati quasi del tutto nel corso del pomeriggio del primo giorno di raccolta. I ragazzi ne hanno così realizzati altri la sera stessa e il giorno seguente, davanti agli occhi delle persone che incuriosite dal loro lavoro facevano domande sull’iniziativa e sulla realtà missionaria.

Dalla voce dei ragazzi
Un’esperienza concreta di un’inaspettata e commovente generosità da parte dei tanti fedeli e amici del convento che si avvicinavano al banchetto allestito per donare il proprio contributo.
I loro sorrisi e i loro ringraziamenti sono stati la conferma di un’evangelizzazione che passa, anzitutto, attraverso volti, parole e gesti semplici ma concreti.

Andrea
Non tutti abbiamo la possibilità o la vocazione di partire e conoscere la realtà delle missioni, ma avere l’opportunità di aiutare i frati nella realizzazione dei loro progetti è stata una bella novità. Dopo tanti anni di cammino, è sempre bello scoprire che la famiglia francescana non conosce confini e che offre sempre nuove possibilità di donarsi per il bene dei fratelli.

Sara
Durante questi giorni di raccolta fondi ci si è prodigati ognuno nel suo piccolo, mettendo a disposizione la propria buona volontà e le proprie doti, per poterci mettere al servizio di una causa più grande. Ci sono, infatti, tanti fratelli bisognosi tutti intorno al mondo che ricercano quel bisogno universale e insito nell'umano, di Amore e Carità. La raccolta è nata proprio per sostenere quei nostri fratelli più coraggiosi, i frati missionari, che trasfigurati dall'Amore di Dio intendono portare la Sua Misericordia a delle genti così lontane da noi, ma così ricche perché espressione della diversità e unicità creatrice del Padre.

Michele
Non avrei mai pensato che un giorno la possibilità di essere missionario mi si sarebbe materializzata davanti ed invece così è stato: appena ho saputo della missione curata dai frati cappuccini del Centro-Italia mi si sono illuminati gli occhi. C’è da dire, tuttavia, che non si tratta di un passo “facile”: è necessario fare dei sacrifici. Iniziare con “poco”, attraverso l’autofinanziamento per poi, chissà, partire dall’altra parte del mondo per incontrare i bisognosi e vivere La Parola mi rassicura e mi entusiasma. La descrizione di ciò che i frati operano oltreoceano mi ha ispirato fortemente, inoltre il mio percorso di studi universitari mi porta ad avere particolare attenzione per la natura e la sua convivenza con l’uomo, pertanto, vorrei oltre che dare il mio supporto fisico e umanitario, anche il mio supporto naturalistico nello sviluppo sostenibile della comunità Ticuna che, da buon Francescano, penso sia fondamentale da considerare. Vorrei partire per aiutare i bisognosi e vedere con gli occhi della carne i disagi in cui gli ultimi si trovano ed uscire dalla mia comfort zone per spronarmi ad essere protagonista di un cambiamento. Ultimamente, si sentono sempre più notizie rattristanti, ed in me cresce sempre una sensazione di impotenza davanti a tutti questi eventi terribili. La possibilità, dunque, di poter concretamente essere partecipe di un’opera di carità mi entusiasma oltremodo.

Gabriele
Ho cercato di dare un contributo nel mio piccolo, con qualcosa di semplice. Per aiutare il prossimo non serve spostare le montagne ma basta fare la propria piccola parte. Poi il Padre ha pensato al resto e ci ha mostrato la sua generosità attraverso i fratelli che hanno contribuito con le donazioni.

Chiara
Ho imparato a fare i Chotki e aiutato a realizzarli. Ma soprattutto ho imparato come un piccolo oggetto creato con le mie mani possa essere utile per un progetto così tanto più grande.

Cristiana

Ciò che desidero testimoniare sono la gioia e l’immensa gratitudine per quanto il Signore ci ha permesso di vivere attraverso il nostro piccolo servizio. Aprire il cuore all’altro, partendo da quello che poveramente siamo, ci scomoda e ci fa paura. Ma AMARE è la vocazione di ogni uomo e donna, è l’impronta di Dio in ciascuno di noi. Avere l’occasione di servire i fratelli dell’Amazzonia mi ha profondamente arricchito perché, ancora una volta, ho sperimentato che è nel volto dei fratelli che incontro il Volto di Cristo.

di Filippa Dolce

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