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Suore

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Gli anni dal 1909 al 1922 sono stati sicuramente i più duri per i nostri Missionari in Amazzonia, poiché alle già gravi difficoltà del clima, delle distanze e delle malattie, venivano a sommarsi i problemi legati all’impianto della nuova Missione, la drammaticità della situazione creatasi con la crisi del caucciù amazzonico e la guerra che aveva reso impossibile l’arrivo di mezzi, di personale e persino di notizie. Con la morte di P. Giocondo da Soliera (1920) erano rimasti, sul campo di lavoro, solo cinque Missionari (quattro Padri e un Fratello) tutti ridotti in condizioni estreme. Ma nello stesso anno 1920, conclusosi ormai il conflitto mondiale, ben sei giovani frati, tutti reduci dal fronte, arrivarono a dare man forte ai confratelli stremati. Così potevano riprendere il via tante opere rimaste a lungo in letargo, come chiese, scuole e collegi. Dilatandosi le prospettive, si sentiva sempre più l’urgenza di una collaborazione femminile. Ed ecco che il 1927 segna l’arrivo delle Suore Terziarie Francescane Cappuccine in S. Paulo de Olivença, chiamate ad assumere la direzione del nuovo Collegio. Qualche anno dopo, nel 1940, si aprì il nuovo grande Collegio di Benjamin Constant e vennero chiamate ancora le Suore Terziarie Cappuccine a dirigerlo. Queste benemerite “ancelle del Signore” si sono assunte il compito non semplice della direzione e dell’organizzazione dei due grandi collegi ed “internati” annessi, che hanno garantito per più generazioni il servizio scolastico a migliaia di giovani e il personale didattico a tutta la Missione. Con il passaggio della scuola in mano alle autorità governative, il loro impegno si è indirizzato di più verso l’ambito catechetico e caritativo, senza cessare di essere preziosissimo per la vita della Missione. Più tardi sono arrivate altre congregazioni femminili, quali le Volontarie della Carità (1970), le Suore del Cuore di Maria (1980), e le Suore di Santa Caterina (1980), che non hanno esitato ad assumersi l’onere della pastorale di intere comunità. Da ultimo, proprio in vista di questo centenario, siamo riusciti a coronare un sogno di anni: impiantare un Monastero di vita contemplativa nella nostra Missione. Così, nella convinzione che “la preghiera è l’anima di ogni apostolato” e “invano faticano i costruttori se non è il Signore a costruire la casa”, siamo riusciti a dar vita a un Monastero di Clarisse Cappuccine nella città di Manaus, il primo in Amazzonia, certi che possa essere di sostegno insostituibile e fonte di ogni benedizione per la nostra Missione.

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