Consapevolezza dell’interdipendenza di sfide dalla politica all’economia
Da un lato possiamo guardare alle grandi siccità e carestie che hanno devastato l’Africa mille anni fa, come testimoniano le antiche tradizioni orali e scritte. Dall’altro con la ricerca scientifica siamo in grado di prevedere a quali fenomeni si va incontro a causa del cambiamento climatico, e quindi è possibile cominciare a prendere le contromisure. Saremo in grado innanzitutto di metterci in ascolto e poi di chiedere alla politica un cambio di rotta e piani precisi di salvaguardia del pianeta e di sopravvivenza? Noi partiamo dall’Enciclica Laudato Si’ che ci propone l’uomo, la più alta Creatura sulla Terra, come custode del Creato. Già solo questo è un atteggiamento rivoluzionario, perché lungo la storia gli uomini avevano interpretato a loro comodo l’ordine di Dio di “dominare” la Terra, e avevano pensato di poterla sfruttare a volontà. È evidente che il Creatore non poteva chiedere all’uomo di distruggere la Terra che Egli aveva creato, ma che gli aveva chiesto di dissodarla, bonificarla, lavorarla e conservarla per il bene comune e per tutte le generazioni a venire. Esattamente per questo lavorava suor Dorothy Stang nella sua Amazzonia, e per questo nel 2005 è diventata la prima “martire del Creato”, perché difendeva la “Floresta” e gli indios: è stata uccisa a colpi di pistola alzando al cielo, davanti ai suoi assassini, le sue armi: la sacra Bibbia. Quando l’Enciclica definisce l’ambiente col nome di Creato, lo colloca in un ambito sacrale e in questo modo stimola gli uomini a trattarlo con amore: questa è la chiave di volta che apre ad un rapporto forte e positivo tra gli umani e la natura. Sposta soprattutto l’azione dell’uomo dal campo del dominio al campo della custodia, che, anche dal punto di vista del diritto assume una connotazione del tutto diversa. A tal proposito notiamo che a livello internazionale ci siamo dotati di strumenti giuridici che impongono, o debolmente invitano, i governi ad implementare norme riguardanti i principi di equità, prevenzione, precauzione, del “chi inquina paga”, che prospettano piani di sviluppo sostenibile, ma che trovano ostacoli insormontabili di interessi nazionali. Uno dei documenti importanti è la Carta della Terra che parte dalla consapevolezza dell’interdipendenza globale e della necessità che le sfide in campo ambientale, come anche quelle economiche o politiche o spirituali, offrano soluzioni globali complete e non parziali e frammentarie. Esiste inoltre una nascente giurisprudenza sui diritti della Terra e della natura a prescindere dall’uso e dall’impatto sulla vita dell’uomo.